La Regione Abruzzo chiude le scuole e il Consiglio di Stato esprime dubbi
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“Quello che si è chiesto al presidente del Tar L’Aquila è stato quello d’intervenire con un decreto cautelare e, quindi, in via d’urgenza”. Così il costituzionalista, Enzo Di Salvatore, ha spiegato a Zone d’Ombra Tv cosa è accaduto sulla vicenda riguardante la Regione Abruzzo che ha sospeso le attività scolastiche in zona arancione.

“In realtà quella richiesta è stata rigettata e c’è stata una richiesta sul punto proposto al Consiglio di Stato. Il presidente ha rigettato le richieste del cautelare però ha fissato alcuni punti importanti” aggiunge Di Salvatore. “Punti che condizioneranno la decisione successiva del Tar”.

Dunque, la decisione è stata rinviata al Tribunale amministrativo de L’Aquila. I giudici il 24 marzo dovranno decidere sulla ragionevolezza dell’ordinanza del Presidente Marsilio, saranno di due aspetti. Il Tar dovrà valutare la proporzionalità delle misure adottate dalla Regione, bilanciando il diritto all’istruzione e il diritto alla salute, entrambi costituzionalmente riconosciuti. E, quindi, il Tar dovrà tenere in conto ciò che dice il Consiglio di Stato:

appare di dubbia legittimità la mancata apposizione di un termine alla sospensione delle attività scolastiche (il provvedimento stabilisce il suo vigore “sino a diverso provvedimento”), giacché in tal modo, l’autorità emanante evita la necessaria auto-limitazione temporale (…) legata alla doverosa, specifica e quotidiana raccolta e analisi dei dati medico scientifici nel periodo (che qui manca) di sospensione, in tal modo superando il criterio della proporzionalità che impone di legare ogni restrizione di diritti costituzionalmente garantiti a presupposti certi, dati trasparenti e ostensibili, nonché periodi strettamente necessari alla tutela del bene protetto”.

Sempre il Consiglio di Stato ordina, inoltre, al Presidente della Regione di depositare presso il TAR tutta la documentazione relativa agli esiti del monitoraggio effettuato, allegando i dati scientifici.

L’ordinanza della Regione Abruzzo

Da lunedì scorso le scuole sono rimaste chiuse in tutto l’Abruzzo con didattica a distanza obbligatoria dalle elementari alle superiori.

A prevederlo l’ordinanza firmata dal governatore Marco Marsilio. All’origine del provvedimento c’è, tra l’altro, la conferma, da parte della Asl e del Gruppo tecnico scientifico regionale, di come siano in aumento i contagi nella fascia di popolazione in età scolare. L’ordinanza sarà valida fino a nuove disposizioni. Sono esclusi gli asili, che restano aperti, salvo diverse disposizioni comunali.

E proprio il “fino a nuove disposizioni” ha generato il ricorso come spiega nella nostra intervista il professor Di Salvatore.

Nella decisione del Presidente del Consiglio di Stato, Franco Frattini, si legge ancora:

“Considerato, inoltre, che appare di dubbia legittimità la mancata apposizione di un termine alla sospensione delle attività scolastiche (il provvedimento stabilisce il suo vigore “sino a diverso provvedimento”) giacché, in tal modo, l’autorità emanante evita la necessaria auto-limitazione temporale – che non esclude il rinnovo, ma con nuovo atto – legata alla doverosa, specifica e quotidiana raccolta e analisi dei dati medico scientifici nel periodo (che qui manca) di sospensione, in tal modo superando il criterio della proporzionalità che impone di legare ogni restrizione di diritti costituzionalmente garantiti a presupposti certi, dati trasparenti e ostensibili, nonché periodi strettamente necessari alla tutela del bene protetto;
Ritenuto, tuttavia, che non può chiedersi a questo Giudice né una sospensione “tout court” delle restrizioni, mancando ogni supporto scientifico credibile che giustifichi tale scelta, né tantomeno la fissazione di un termine finale del periodo di sospensione, in via – certo inammissibile – sostitutiva dell’autorità regionale emanante;

P.Q.M. Respinge, con le precisazioni di cui alla motivazione, l’istanza.

Ordina sin d’ora – con tutti gli effetti di legge per il caso di inadempienza – al Presidente della Regione Abruzzo di depositare agli atti del giudizio la documentazione di cui alla motivazione, entro il 20 marzo 2021″.

Il ricorso è stato presentato da Stefano Moretti, Consigliere comunale di Monteodorisio (Ch) e presidente dell’Osservatorio Antimafia Abruzzo.

“Ho presentato ricorso perché credo che dopo un anno specialmente i ragazzi non possono più sopportare una situazione del genere. Si rischiano danni psicologici. Ed è bene che la politica dia risposte celeri per il bene di tutti” ha spiegato Moretti.

La Regione ci ripensa…

Intanto la Regione fa un passo indietro. Il Presidente della Regione Abruzzo annulla le due ordinanze adottate qualche giorno fa: quella che disponeva l’applicazione ai Comuni poste in zona arancione di misure restrittive previste per la zona rossa e quella che collocava alcuni Comuni della Provincia di Teramo in zona rossa. Le due nuove ordinanze conterranno ora un termine: scadranno il 15 marzo.

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