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Non solo lotta all’evasione: un decreto fiscale che porta in dote 6,5 miliardi di maggior gettito. Il provvedimento porta molte novità nella vita degli italiani: il calo della soglia del contante e l’aumento degli anni di carcere per gli evasori.

Quest’ultimi si vedranno scendere anche la soglia per far scattare le manette; una forte spinta all’uso dei pagamenti con la carta, attraverso una doppia lotteria degli scontrini, una per i consumatori e l’altra per i negozianti, finanziata con 45 milioni di euro.

Sono 60 gli articoli dove sono contenute le misure principe della manovra. Saltano, tra gli altri, i fondi della cooperazione anche da parte delle imprese operanti nel settore della difesa. Arriva invece una riduzione del secondo acconto di Irpef-Irap-Ires della dichiarazioni per le partite Iva che applicano gli Isa, che da sola sposta 1,5 miliardi dal 2019 al saldo del 2020. Semplificazioni arrivano, ad esempio, nella precompilata Iva calendarizzata per il 2021.

Arrivano anche 400 miliardi per l’Alitalia e un taglio immediato da 3 miliardi per le spese dei ministeri.

L’operazione più importante riguarda l’uso del contante. Si vuole limitarne l’uso per consentire la tracciabilità dei pagamenti e quindi rendere più difficile celare i guadagni. Il tetto al cash scende a 2.000 euro dal prossimo luglio e poi a 1.000 euro dal gennaio 2022. Le carte di pagamento verranno incentivate attraverso un credito d’imposta del 30% sulle commissioni pagate per i pos. A seguire c’è l’attuazione da gennaio della prevista della lotteria degli scontrini – 45 milioni di premi – con sanzioni fino a 500euro per i commercianti che si rifiuteranno di mettere il codice fiscale nei tagliandi di pagamento. È di 30 euro più il 4% del valore dell’acquisto, invece, la nuova multa per chi non accetta le carte di pagamento.

Il provvedimento garantisce 3 miliardi del gettito previsto. Il decreto aumenta le pene e, nello stesso tempo, riduce le soglie che fanno scattare il carcere con un aumento degli anni di detenzione: ad esempio si passa da un massimo di 6 ad uno di 8 anni se si superano i 100 mila euro con una dichiarazione fraudolenta. Arriva poi la confisca, anche di quote societarie, per le società che non versano le tasse dovute. Una stretta arriva sul settore dei carburanti, una filiera che – racconta l’ultimo rapporto sull’evasione fiscale – vede letteralmente evaporare una parte del gettito che invece dovrebbe alimentare le casse dello Stato. Qualche paletto normativo viene fissato sui subappalti e sull’importazione parallela di auto.

Di admin

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