Marco Marsilio e il favore chiesto all'ex comandante dei Vigili di Roma, arrestato per corruzione
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Il comandante sceriffo della Capitale, Antonio Di Maggio, a giugno scorso è andato in pensione. Al suo posto ora c’è il suo vice, Stefano Napoli. E spunta la vicenda di Giuliani che prende in carico una richiesta del presidente della regione Abruzzo, Marco Marsilio.

Di Maggio è stato un personaggio in grado di dettare l’agenda politica con le operazioni contro il degrado, gli sgomberi, i controlli nei quartieri della movida. Il Vigile Sceriffo Di Maggio ha agito seguendo le priorità di volta in volta indicate dall’amministrazione, estendendo gradualmente le proprie competenze a qualsiasi questione avesse a che fare con la pubblica sicurezza. Un’idea che un corpo di polizia non si limiti al rispetto delle norme del traffico o di quelle amministrative, agisca alle dirette dipendenze del potere politico è inquietante.

Politica repressiva di Napoli

E il nuovo comandante, Napoli, pare continuare la stessa politica del suo predecessore: controlli a tappeto nelle principali piazze della Capitale frequentate dai giovani per assicurare il rispetto delle regole covid. E guerra senza quartiere a monopattini elettrici che hanno invaso la Capitale.

L’inchiesta sulla Polizia municipale

Il 26 gennaio 2014, un’inchiesta sulla gestione degli appalti legati alle attività di polizia municipale nella Capitale, porta all’arresto dell’ex comandante dei vigili di Roma Angelo Giuliani, con l’accusa di corruzione e falso per un mazzetta da 30 mila euro. Con lui vengono raggiunti da provvedimenti di custodia cautelare 3 manager della società “Sicurezza e Ambiente” (SeA), detentrice dell’appalto per il ripristino del manto stradale dopo gli incidenti: il direttore generale A. C., il legale G. S. e il dirigente Iano Santoro. L’accusa, per tutti, è di corruzione ed è legata alla irregolarità nell’affidamento dello stesso appalto a questa società per il tramite di Giuliani: un business che in 5 anni avrebbe fruttato alla SeA circa 50 milioni di euro. Dopo cinque anni dal giorno dell’arresto con l’accusa di corruzione per aver intascato una tangente di trentamila euro Angelo Giuliani la scampa per prescrizione.

Napoli l’allievo di Giuliani

Il comandante generale dei vigili urbani di Roma, Stefano Napoli, è l’allievo del controverso comandante Antonio Giuliani. Non solo. È anche l’uomo che lo aiuta a risolvere le situazioni più imbarazzanti. Come i favori a politici di ogni sorta. Tra questi spunta anche l’allora onorevole Marco Marsilio, attuale presidente della Regione Abruzzo.

In alcune intercettazioni diffuse da Report, il colloquio tra Napoli e Giuliani.

Giuliani: Dobbiamo parlare un attimino Stefano, perché ti voglio insegnare qualche trucco. No, no te lo dico con affetto.

Napoli: Mi piace imparare

Giuliani: Ascoltami, hai poco da imparare…dopo queste pressioni che ca..o vuoi imparare. Ti è cresciuto 6, 7 palmi di pelo.

Siamo all’11 settembre del 2011 e Giuliani telefona a Napoli e gli chiede un aiuto per l’onorevole Marco Marsilio, oggi presidente della Regione Abruzzo.

G: Stefano, una cortesia…

N: Dimme tutto…

G: Mi sta bombardando l’onorevole Marsilio…

N: Che vogliono?

G: Allora, l’onorevole Marsilio, io già l’avevo detto a Cremesini per via del vantaggio c’era stato un nostro intervento edilizio e c’era anche l’ufficio tecnico. Ma sono già due mesi che doveva mandare una relazione. Se me la puoi un attimino sollecitare perché sennò a questo non so che ca..o dirgli guarda.

N: Vabbè, domani ti richiamo e mi fai dare qualche dettaglio. Domattina ci penso io.

Arriviamo al 20 settembre. Giuliani segnala e a Napoli una nuova questione. Una nuova persona da aiutare, si tratta di un consigliere del primo Municipio di Roma.

G: Quando ti posso mandare una persona legata con la persona che ci sei andata a parlare?

N: Guarda io oggi sono fuori sto a caccia. Fammela venire pure domani pomeriggio verso le cinque in ufficio.

G: Alle cinque da te, viene a nome di Matteo Costantini, ok?

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