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Il ritorno di big Luciano a Pescara: prove tecniche di candidatura.

Per chi pensava che big Luciano non tornasse più dalle verdi colline molisane evidentemente si sbagliava. Solo qualche ingenuo opinionista nostrano poteva pensare una cosa del genere. Luciano D’Alfonso, dopo un periodo di purificazione in Molise, nel convento francescano di San Giovanni in Gelsi, ha ripreso a riannodare i fili della politica nostrana. Da tempo il “sorriso genuino d’Abruzzo” si aggira nelle sale consiliari della regione “spendendo e spandendo” strette di mano e analisi socio politiche su temi attuali. È facile incontrarlo a presentazioni di libri e a feste a tema piuttosto che a convegni e dibattiti dove dichiara «di portare un valido contributo di esperienze condivise». Grande big. Grandissimo. L’uomo che ha ingoiato interi vocabolari di grammatica insaporiti con “accademia di crusca integrale” e ha inventato una nuova lingua nazionale è lì, pronto a riabbracciarvi tutti e a dirvi che gli siete mancati. Se non foste ancora convinti della sua estrema volontà di riaccaparrarsi la fiducia dei suoi elettori potreste convincervene sintonizzandovi su una delle emittenti regionali che a turno lo ospita. Rete Azzurra lo ha invitato a pranzo qualche giorno fa e il Lucianone si è raccontato a ruota libera mostrando, come sempre, il lato destro del suo viso angelico. D’Alfonso ha auspicato un ricambio generazionale della politica, aggiungendo di essere a disposizione per una ricanditatura che possa aiutare il partito. Ebbene, mi piacerebbe capire come sia possibile dare spazio ai giovani se i padri della politica non vanno mai in pensione continuando a dare input programmatici alle coalizioni. Magari Mr. D’Alfonso avrà avuto la risposta a questo mio dubbio studiando migliaia di libri da quando si è “ritirato” nel vicino Molise. Avrà trovato la strada giusta per il Partito democratico durante le sue passeggiate nel borgo antico di Termoli o nelle sue camminate sulla costa molisana? Chissà. Comunque una cosa è certa il big nazionale non è stato mai abbandonato dai suoi fedelissimi, anzi, ogni occasione è stata buona per farlo tornare a Pescara a sfilare in passarella. Chi sarebbero i vari Gianluca Fusilli e Moreno Di Pietrantonio senza Luciano? Nulla assoluto. Il Lucianone serve al partito cittadino come il mare al pescarese D.o.c. Vogliamo pensare che un Fusilli qualsiasi possa entrare nelle simpatie di qualche cittadino al punto di votarlo? Potrebbe pure essere. Certo è che l’uomo dalle montature rosse degli occhiali non sprizza simpatia da tutte le parti. L’uomo che probabilmente ha preso il cognome dalla nota pasta De Cecco, nei suoi interventi pubblici sarebbe capace di far stramazzare al suolo un lupo abruzzese affamato. E non è poco. Moreno, fatto di tutt’altra pasta, riuscirebbe a far ridere anche un inglese ubriaco. Due uomini due risorse per il Pd. In effetti, quando si presenta l’occasione, l’allegra brigata si presenta in forza con big Luciano, come accaduto qualche giorno fa a Pescara per parlare di primarie. Tra gli altri è intervenuto Francesco Bonini professore della Lumsa. Caro big, faccia un accordo con i suoi elettori: sostituisca alcuni fedelissimi con facce giovani. Ce ne sono tanti nel partito.

 

di Big Luciano

immagini: Latika

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