Ortona, Aquila Spa di nuovo condannata: intimidazioni e pressioni sui lavoratori per fermare lo sciopero
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Per l’azienda di famiglia di Angelo Di Nardo, sindaco di Ortona e volto di Fratelli d’Italia, arriva la seconda condanna per comportamento antisindacale in appena tre mesi.


La prima, lo scorso giugno, come riporta Il Fatto, era scaturita da un episodio a dir poco surreale: durante una riunione, Tommaso Di Nardo– padre del sindaco e dirigente dell’azienda di vigilanza Aquila Spa – avrebbe preso a calci negli stinchi un rappresentante sindacale e rivolto frasi sessiste e allusive a una sindacalista. Il Tribunale di Chieti, allora, non solo aveva certificato l’aggressione ma condannato l’azienda a 10mila euro di risarcimento in favore della Filcams Cgil.

Ora la storia si ripete, seppur con dinamiche diverse.
La nuova condanna riguarda lo sciopero del 25 luglio 2025. Secondo la giudice Laura Ciarcia, l’azienda avrebbe indirettamente intimidito i lavoratori, ostacolando il loro diritto di sciopero. Come?

  • Non fornendo tempestivamente i nomi dei dipendenti da esonerare per garantire i servizi essenziali.
  • Pretendendo percentuali altissime di guardie giurate in servizio durante lo sciopero, tra l’80% e il 90% del personale.
  • E, infine, chiedendo in anticipo i nomi di chi avrebbe aderito alla mobilitazione.

Un comportamento che, scrive la giudice, ha creato “un clima di paura e incertezza” tra i lavoratori, tanto che alla fine solo uno di loro ha effettivamente scioperato, nonostante molti avessero espresso l’intenzione di farlo.
Una sproporzione che, per il Tribunale, è la prova di una pressione silenziosa ma efficace, capace di condizionare la libertà sindacale.

Il verdetto è chiaro:

“Il giudice del lavoro dichiara il carattere antisindacale delle condotte poste in essere dalla società Aquila S.p.A. in occasione della proclamazione dello sciopero del 25 luglio 2025”.

Oltre alla condanna, la società dovrà coprire le spese legali e – soprattutto – astenersi dal ripetere in futuro queste pratiche.

Un rapporto sempre più teso

Lo scontro tra Aquila Spa e Filcams Cgil non nasce oggi.
Il sindacato denuncia da tempo turni massacranti e gestione discutibile delle ferie. Ma lo scontro si è infiammato lo scorso aprile, quando durante una riunione Tommaso Di Nardo avrebbe colpito con calci Andrea Frasca, segretario Filcams dell’Aquila, per poi rivolgere frasi a sfondo sessuale a Elena Zanola, segretaria di Chieti.

A lei avrebbe promesso “un pesce”, ma – come precisato in aula – non si riferiva a quello del mare. Poco prima, aveva accompagnato le parole con un gesto fallico plateale.
Secondo le testimonianze, il sindaco Angelo Di Nardo era presente, intervenendo solo per fermare il padre.

Il segnale del Tribunale

Questa seconda condanna non riguarda soltanto un’azienda di vigilanza.
Parla di un metodo, di un sistema di rapporti interni in cui la paura diventa uno strumento di controllo.
E lascia intravedere un interrogativo: se in due occasioni ravvicinate il Tribunale ha certificato condotte antisindacali, cosa accade ogni giorno lontano dai riflettori?

Per ora, Aquila Spa incassa un’altra sconfitta giudiziaria.
Ma resta da vedere se questa vicenda avrà ripercussioni politiche sul sindaco di Ortona e sull’intero equilibrio di potere nella città.

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