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Tutti i Co.Re.Com.(Comitati Regionali per le Comunicazioni) hanno provveduto ad approvare le graduatorie attraverso le quali, secondo la ex L. 448/98, il Ministero dello Sviluppo Economico elargisce contributi alle emittenti radiotelevisive locali (circa 80 milioni di euro).             leggi anche Quanti soldi pubblici prendono le tv abruzzesi?

Tutti i Co.Re.Com.(Comitati Regionali per le Comunicazioni) hanno provveduto ad approvare le graduatorie attraverso le quali, secondo la ex L. 448/98, il Ministero dello Sviluppo Economico elargisce contributi alle emittenti radiotelevisive locali (circa 80 milioni di euro). Fin qui la cosa appare scandalosa ma se andiamo in fondo alla questione, vi assicuriamo che c’è da vomitare. Ancora una volta in Italia si fa finta di cambiare tutto per non cambiare nulla. Ancora una volta i cosiddetti “editori” televisivi e radiofonici si beccano una montagna di soldi per non si capisce cosa. Un editore televisivo dovrebbe avere gli stessi diritti di un comune imprenditore, artigiano o libero professionista. Invece no. Lo Stato italiano lo tratta come un vaso di porcellana e gli regala soldi pubblici prelevandoli direttamente dalle tasche dei cittadini. Così, il sottosegretario di turno all’editoria, si vanta, nelle sedi opportune, dell’operato del suo staff di governo per aver dato un forte contributo al settore di vitale importanza per il Paese. Certo, come fare a mano di continue trasmissioni di sport, di rubriche di pura satira televisiva con Antonio Razzi e dei tanti “Tg zerbini” in onda su tutte le tv locali, nessuna esclusa, abruzzesi? Sostanzialmente, questi fantocci dell’editoria locale, pilotati dai vari politici locali, prendono soldi pubblici nazionali, fanno servizi a richiesta dei partiti politici e fanno prodotti editoriali altamente tossici. Però il buon Filippo Lucci, a cui va tutto il nostro rispetto sia come uomo sia come professionista, è convinto che tutto ciò serva a:«dare linfa vitale ad un settore, quello delle Tv locali, che offre un servizio importante ai cittadini utenti in tutte le regioni». E ancora:«Abbiamo richiesto uno sforzo a tutti i nostri dirigenti, affinché potessimo riuscire ad approvare velocemente le graduatorie e sono davvero orgoglioso del fatto che tutte le strutture abbiano lavorato alacremente, anche a fronte di problematiche non indifferenti, nel tentativo, riuscito, di accelerare i tempi, dando dimostrazione di efficienza, competenza e tempestività».

Siamo contenti della soddisfazione di Lucci ma speriamo che a breve possa essere costituito un vero e proprio Ministero dell’Informazione, fatto di cittadini che possa controllare e fermare questo scempio economico e culturale rappresentato dalle tv locali e dai propri adepti.

di quelli senza contibuti pubblici 

 

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