Infermieri in ospedale
Spread the love

L’incubo lockdown aleggia da tempo sul territorio italiano. L’ipotesi lockdown, inizialmente esclusa dal premier Giuseppe Conte, ora torna sul tavolo politico. E non poteva essere altrimenti. Ora arriva lo “Scenario 4”.

Le tappe che anticipano il lockdown: le ore decisive

I contagi continuano a salire e il futuro prossimi non promette nulla di buono. Anche Giuseppe Conte, scettico dall’inizio, adesso si sta convincendo che il lockdown è l’unica strada percorribile.

Un governo assente, un premier poco lucido e un lockdown alle porte

Il presidente del Consiglio pochi giorni fa alla Camera aveva annunciato l’ingresso dell’Italia nello scenario di tipo 3. Per questo motivo nell’ultimo Dpcm sono stadi disposti l’interruzione “di alcune attività sociali/culturali maggiormente a rischio, quali discoteche e bar anche su base oraria”, l’incentivazione dello smart working “al fine ridurre l’affollamento dei trasporti pubblici e delle sedi lavorative”, lo scaglionamento a rotazione, didattica a distanza per le scuole e una serie di chiusure temporanee “in funzione del numero dei casi sospetti nella singola comunità scolastica”.

Semi-lockdown: tutte le misure del Dpcm in vigore da oggi al 24 novembre

Misure restrittive che potrebbero non bastare. Tanto che gli esperti invitano a valutare gli effetti dell’attuale decreto prima di procedere alla drastica decisione. Se il valore dell’indice di trasmissibilità (Rt) dovesse superare la soglia di 1,5 ci farebbe avvicinare sempre di più allo scenario più grave.

Il lockdown e lo “Scenario 4”

Il punto di riferimento è il documento “Prevenzione e risposta a Covid-19: evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di transizione autunno-invernale”, in cui sono contenute le diverse modulazioni delle possibili misure da adottare in relazione all’evoluzione degli scenari epidemiologici.

Covid: “la situazione è seria”. I medici: “autolockdown”. Rinviato vertice economico per gestire emergenza pandemica

Secondo lo studio redatto dall’Istituto superiore di sanità, un Rt prevalentemente e significativamente maggiore di 1.5 potrebbe portare rapidamente “a una numerosità di casi elevata e chiari segnali di sovraccarico dei servizi assistenziali, senza la possibilità di tracciare l’origine dei nuovi casi”. Un’eccezione che andrebbe a verificarsi nel caso l’epidemia si dovesse diffondere “prevalentemente tra le classi di età più giovane”, proprio come è accaduto nei mesi estivi. Uno scenario che nel documento è classificato al primo posto ma che, spiegano dall’Iss, “sembra essere poco probabile”.

Verso un secondo lockdown. Il rischio è elevato.

Con un fortissimo aumento dei casi verrebbe meno la possibilità di tracciamento. Un fatto che porterebbe al rischio reale dell’intasamento delle terapie intensive che non riuscirebbero a reggere il flusso di malati

Al fine di limitare la mobilità “in aree geografiche sub-regionali” si potrebbe procedere all’istituzione di zone rosse, estendendole “su scala provinciale o regionale” dove il rischio dovesse rimanere moderato per almeno 4 settimane. Tra le ipotesi anche la chiusura di “alcune attività sociali/culturali maggiormente a rischio” e il superamento della didattica a distanza.

Uno “Scenario 4” alle porte.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Segnalaci la tua notizia