Sulle pressioni di Guerra all'Oms per il piano pandemico, Speranza non risponde
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Alla fine il ministro della Salute, Roberto Speranza, qualcosa – dopo che sono uscite fuori le carte sulla pessima gestione della pandemia – lo ha detto. Ma non ha risposto alle domande sull’Oms.

Oms, le manovre di Guerra e il Report sparito

Tutto parte da un’inchiesta di Report che ha raccontato del dossier dell’Oms riguardante la risposta dell’Italia al coronavirus pubblicato e poi tolto dal sito nel maggio scorso. Guerra avrebbe fatto pressioni per correggere quel documento prima della pubblicazione. Il motivo sarebbe da ricercare nel fatto che l’Italia non ha mai aggiornato il suo piano pandemico. Ci si sarebbe limitati a “riconfermare nel 2017” quello elaborato nel 2006. Guerra è stato direttore generale per la Prevenzione del ministero della Salute italiano dal 2014 al 2017, quindi gli aggiornamenti del piano, in quegli anni, spettavano anche a lui. Inoltre il direttore aggiunto dell’Oms in un’email ha tirato in ballo anche il ministro Roberto Speranza.

“Uno degli atout di Speranza è stato sempre il poter riferirsi a Oms come consapevole figlia (si suppone intendesse ‘foglia’, ndr) di fico per certe decisioni impopolari e criticate (…). Se anche Oms si mette in veste critica non concordata con la sensibilità politica del ministro (…) non credo che facciamo un buon servizio al Paese”.

Sollecitato da Ilfattoquotidiano.it a fornire dei chiarimenti sui suoi rapporti con Ranieri Guerra e con i vertici dell’Oms, il ministro della Salute ha preferito non rispondere. Il suo staff segnala però la replica che è stata inviata alla trasmissione tv di Rai3. Nel comunicato si legge che, a quanto risulta all’ufficio stampa di Speranza, il dossier sulla gestione della pandemia da parte dell’Italia in primavera non è:

“un documento ufficiale dell’Oms e non è mai stato trasmesso al ministero della Salute che quindi non lo ha mai né valutato, né commentato. Ogni informazione in merito deriva da fonti non istituzionali“.

Si precisa inoltre che l’Italia è dotata di un piano di:

“prevenzione e risposta al Covid-19” elaborato dai tecnici del ministero, dell’Iss, del Consiglio superiore di Sanità, dello Spallanzani di Roma e altri. Poi c’è il nodo del “piano pandemico”. Nel comunicato si legge che:

“l’Oms, l’Ecdc e l’Italia fanno riferimento al Piano pandemico influenzale che è un documento pubblico consultabile sul sito del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie Ecdc”.

In ultimo il ministero fa sapere che il contributo di spesa che il nostro Paese ha versato nel 2020 per l’Organizzazione mondiale della sanità ammonta a quasi 14 milioni di euro.

Alle domande però il ministro non ha risposto.

“Il ministro è stato informato” della “rimozione improvvisa” del dossier “dal sito Oms dopo circa 24 ore dalla pubblicazione? Ne conosce le ragioni?”, è uno dei quesiti posti dalla trasmissione. “Al ministro risulta che il rapporto sia stato rimosso perché ne emergeva un quadro oggettivo critico della ‘preparedness’ italiana?”. E poi ancora: “Al ministro risulta sia stata ultimata la stesura di un piano pandemico aggiornato?”.

Dubbi che non sono stati chiariti nemmeno da Guerra. Anzi, come mostrato in tv, il direttore aggiunto dell’Oms è rimasto per diversi minuti in silenzio mentre il giornalista gli chiedeva conto dell’accaduto.

A tentare di ricostruire l’intera vicenda sarà ora la procura di Bergamo. Dopo la denuncia del Comitato dei parenti delle vittime ‘Noi denunceremo’, i giudici indagano per capire se l’Italia avesse un piano pandemico al momento della prima ondata. I magistrati hanno già interrogato Guerra come persona informata dei fatti.

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