Umberto di Nuzzo intervistato
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Lui si chiama Umberto di Nuzzo ed è un generale della guardia di Finanza. L’uomo si sarebbe assegnato illegittimamente un’auto blu per farsi portare in ufficio e a casa. La vicenda accade nella caserma della Guardia di Finanza di Ostia.  A raccontarlo alle Iene, un collega del generale che chiede di rimanere anonimo per paura di ripercussioni: “Ogni caserma ha dei veicoli che possono utilizzare tutti rigorosamente per motivi di servizio” spiega il militare. “Succede però che il generale Umberto di Nuzzo, che comanda il reparto logistico da 3 anni, abbia disposto l’utilizzo esclusivo di una macchina e due autisti solo per lui”.

Il danno erariale

Conti alla mano, spiega il segnalatore, la spesa di quest’operazione ammonterebbe alla cifra di 200mila euro, tra chilometraggio dell’auto e stipendio dei due autisti. “Chi in un ambiente militare avrebbe il coraggio di dire una cosa del genere al generale che comanda il reparto intero? Lui potrebbe in un attimo distruggerti!” spiega ancora il militare.

Auto blu

Sono 33mila le auto blu che circolano in Italia. Possono usufruire delle auto solo gli uomini dello Stato che svolgono funzioni pubbliche ma solo ed esclusivamente per svolgere incarichi di lavoro. L’abuso di questo diritto significherebbe una condanna per peculato d’uso e una pena da 6 mesi a 3 anni di carcere.

Il pedinamento

Per giorni Le Iene hanno seguito a distanza il generale, documentando l’utilizzo della vettura. E quando una mattina l’uomo esce di casa, per raggiungere il luogo distante 200 metri in cui l’autista lo aspetta, l’inviato pone alcune domande. Umberto di Nuzzo però si rifiuta di rispondere, negando il presunto abuso. Non solo. Il generale ad un certo punto si smarca dall’intervistatore e sale sull’auto blu.

La disposizione del generale

“Il Generale ha disposto un utilizzo esclusivo di una macchina solo per lui e di un autista solo per lui“, precisa il segnalatore a Luigi Pelazza, l’inviato delle Iene. “L’autista deve andarlo a prendere a circa 300 metri da casa sua, perché lui sa che il suo comportamento non è ammissibile”, conferma il finanziere testimone. Dunque, l’autista sarebbe costretto a montare di servizio un’ora prima per andare a prendere di Nuzzo al punto stabilito proprio dal generale. Non sotto casa, dunque, ma su una strada parallela  e subito dopo un cavalcavia.

Il generale ammette

Dopo alcuni tentennamenti e argomentazioni non molto chiare, di Nuzzo ammette: “non ho diritto a una macchina…ma parliamo di 100 metri“, che in realtà sarebbero 1,9 chilometri dalla sua postazione di lavoro per un totale di 7 minuti d’auto. “Non ho fatto niente!“, cerca di difendersi di Nuzzo. Il generale, a quel punto, risale sull’auto e si reca a lavoro.

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