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Parte della storia professionale di Silvio Di Lorenzo si tinge di un leggero chiaroscuro. L’attuale presidente della Camera di Commercio di Chieti, con mani in pasta in grosse società miste della regione Abruzzo, è sotto accusa per la passata gestione di Honda Italia. 

La curiosità è tanta intorno alla vicenda visto che, i giapponesi naturalizzati in Val di Sangro, si sono imbufaliti contro il Re Mida dell’automotive abruzzese. 

‘Mida Silvio’, decine di anni fa, ottenne da uno sconosciuto Dioniso, il potere di trasformare in oro tutto ciò che toccava. Cosicché, per ben trent’anni, Di Lorenzo ha portato avanti una strategia aziendale che, a detta della proprietà, è stata fallimentare per la Honda. Un’industria che a Di Lorenzo aveva dato ben 4 incarichi: vice presidenza, direzione generale, amministratore delegato e direzione del personale. Solo un rapporto che va oltre il riconoscimento professionale può spingere un colosso a dare piena fiducia ad una sola persona. 

C’è da aggiungere, comunque, che nell’assetto del management dell’epoca Di Lorenzo la Honda mise alla presidenza Kelta Muramatsu uomo della compagine giapponese. Di Lorenzo, quindi, anche con tutta la fiducia dimostratagli dall’azienda, non si può dire che fu  abbandonato a se stesso. Con l’ex manager compariva nell’asset, tra gli altri,  Shulchi Taguchi, anch’esso amministratore delegato al pari di Di Lorenzo.  

Eppure gli anni della gestione Di Lorenzo ha rappresentato un periodo di grande sviluppo per Honda Italia. Come mai i nipponici tentano di offrire agli abruzzesi un’altra chiave di lettura?

 

DI LORENZO: MISTER INCARICO

Per renderci conto del personaggio con cui si ha a che fare, dobbiamo scandagliare per bene il curriculum dell’ex manager Honda.

Ad un anno dal suo diploma di Perito Industriale la Montedison lo arruola nelle sue fila. Lo ingaggia nella sede milanese prima nell’Ufficio Acquisti e poi nella Divisione Estera. Fu inviato a seguire progetti in Belgio e nei Paesi Bassi e, successivamente in Russia, Cina e Spagna. Nel 1982 lasciò la Montedison ed entrò a far parte di Honda passando per: Ufficio Acquisti, Logistica, Controllo Gestione, Personale, Affari Generali e Legali, fino ad arrivare alla vice presidenza.

In questi anni, mister Silvio, ha però tessuto, al di fuori dell’azienda, molti rapporti che gli hanno permesso d’incassare altri ruoli parallelamente a Honda. È diventato il promotore del CISI (Consorzio Imprese Sub-Forniture Italia) e della Intesa di collaborazione scuole/mondo del lavoro firmata da HOnda, CISI, De Cecco/Del Verde e Ipsia di Casoli.

Nel 2002 diventa presidente della Fondazione “Sviluppo e Competenze”, Ente preposto alla formazione di figure professionali richieste dal territorio. Nel 2009 membro del Consiglio della Camera di Commercio della Provincia di Chieti di cui diventerà presidente nel 2012, presidente di Confindustria Chieti, Presidente del Patto Sangro-Aventino, presidente IAM, membro del Cda SAGA (Società di Gestione dell’Aeroporto d’Abruzzo), membro del Consiglio Direttivo di Confindustria, presidente Fondazione ITS di Lanciano, presidente SAF (Società Abruzzese Ferroviaria) e, in ultimo, consigliere della Banca d’Italia dell’Aquila.

Possiamo azzardare l’ipotesi che Di Lorenzo è diventato un potente grazie a Honda? C’era, specie in Val di Sangro, una gestione Di Lorenzo?

Antonio Del Furbo

 

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