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Campo nell’Elba è un piccolo comune di appena cinquemila abitanti della provincia di Livorno e dell’Isola d’Elba. Nel godibile borgo marino toscano accadono strani fatti di cui, pare, la stampa locale non parla. Non si capisce se per paura o per imposizione dall’alto fatto sta che sia su internet sia sui quotidiani cartacei del luogo non vi è traccia della notizia. 

Campo nell’Elba è un piccolo comune di appena cinquemila abitanti della provincia di Livorno e dell’Isola d’Elba. Nel godibile borgo marino toscano accadono strani fatti di cui, pare, la stampa locale non parla. Non si capisce se per paura o per imposizione dall’alto fatto sta che sia su internet sia sui quotidiani cartacei del luogo non vi è traccia della notizia. 

Tempo fa un imprenditore locale scrisse una lettera al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano:«Signor Presidente, sono un piccolo imprenditore, non mi chiamo Berlusconi e non faccio politica, ma all’Elba per difendere la spiaggia di Fetovaia, fra le sei più belle d’Italia e il piccolo stabilimento balneare di famiglia che vi insiste (www.bagnibarbatoja.it) dagli atti del Comune di Campo nell’Elba che li scempierebbero ho dovuto impegnarmi in 35 procedimenti giudiziari di ogni ordine e grado, fra i quali esposti penali che Procura e Prefettura di Livorno costantemente archiviano o ignorano lasciando sconcertati i legali che mi assistono».

Stefano Fabio Martinenghi, questo il nome dell’autore della lettera, è disperato e, nella speranza di vedere riconosciuti i suoi diritti, si appella al presidente della Repubblica. 

A Campo nell’Elba, in pieno Parco Nazionale, sono stati realizzati dei veri e propri parcheggi pubblici. In tutta la zona nonostante vige il vincolo paesaggistico, associazioni ambientaliste e procure della Repubblica, stranamente, non intervengono. «È inaccettabile che, in un paese come il nostro a vocazione turistica e ambientale con all’interno uno dei parchi più belli d’Europa, quello dell’Arcipelago Toscano, ci siano rifiuti di laterizi sparsi ovunque e, cosa ancor più grave, che i cittadini facciano un esposto e si cerchi di archiviare l’inchiesta dicendo che non si ravvedono ipotesi di reato». A dirlo è Stefano Martinenghi al Tgcom proprio qualche giorno fa. 

Pare proprio, quindi, che gli enti preposti non siano interessati all’esposto di Martinenghi. Eppure, il doppio vincolo sull’area esiste e come. L’Arcipelago Toscano, infatti, comprende le aree terrestri di sette isole: Elba, Giglio, Capraia, Montecristo, Pianosa, Giannutri, Gorgona, e l’area marina circostante le isole minori. Nell’area insiste una particolare e unica vegetazione chiamata ‘macchia mediterranea. Inoltre nell’Arcipelago rarissim specie animali e vegetali. Ci sono colonie di uccelli marini, come berte e gabbiani, tra i quali il raro gabbiano di Audouin, specie endemica del Mediterraneo, che in Italia vive in un paio di posti. 

Per Martinenghi il Comune ha agito con leggerezza senza rendersi conto del disastro che stava portando avanti per la comunità. «Delle due l’una – afferma l’imprenditore -: o è una stradina che è stata rimessa a posto e allora non possono essere stati fatti questi piazzali oppure con leggerezza sono stati fatti dei piazzali per agevolare i turisti ma in completa illegalità». Dopo la richiesta di archiviazione, nonostante siano anche stati invasi terreni privati, Martinenghi afferma di essersi spaventato e di essere ricorso al presidente della Repubblica. «Il gip, dopo aver visto le carte, ha ordinato il proseguio delle indagini ma allo stesso pubblico ministero che precedentemente le aveva archiviate».

Il filone in cui si è infilato Martinenghi è lo stesso che aveva aperto la vice presidente della Commissione Antimafia, l’Onorevole Angela Napoli, qualche anno fa. La Napoli chiese sia una Commissione per eseguire gli accessi agli atti del Comune al fine di verificarne la leggittimità sia un ispettore al tribunale di Livorno per capire come mai tutti gli esposti venivano archiviati. 

Eppure, nonostante ci siano leggi e leggine che tutelano il territorio, il sindaco di Campo nell’Elba dichiara:«Nessuna regola infranta sul parcheggio di Fetovaia. Perché dobbiamo giustificarci anche quando garantiamo l’accesso a strade che esistono?».

La questione appare abbastanza complessa visto che riguarda anche la precedente amministrazione. Il 12 ottobre del 2005 l’allora vice sindaco Enrico Niccolò Graziani, fu arrestato dalla Guardia di Finanza dell’isola. ««fin dall’agosto 2002 il sindaco, gli assessori e alcuni consulenti della giunta erano stati inquisiti per abuso d’ufficio e turbativa d’asta» ricordò la Napoli all’indomani dell’arresto di Graziani. Lo stesso vice sindaco ebbe, in precedenza, una condanna per abuso edilizio. Sulla vicenda, la stessa Napoli, sollecitò all’epoca l’intervento del prefetto di Livorno Gallitto il quale non si smosse di un millimetro. Dopo un po’ si capì il motivo: fu inquisito per la stessa vicenda insieme al cugino dell’ex sindaco di Livorno Lamberti.

«Ho denunciato con lettera aperta al Sindaco i parcheggi pubblici realizzati sui miei terreni – scrive sempre nella lettera indirizzata al presidente Giorgio Napolitano Martinenghi – nel Parco protetto, che ruspe hanno sbancato e inquinato con quintali di frammenti di mattonelle colorate per estirpare la macchia mediterranea protetta e realizzare vasti piazzali “vista mare”. Il Sindaco ha replicato che avrebbe fatto fare accertamenti per dare risposte certe. Dovete adesso sapere che il magistrato inquirente (Pm) di Livorno, esaminata l’esaustiva documentazione da me prodotta ha sorprendentemente escluso che fossero stati commessi reati e ha chiesto al magistrato giudicante (Gip) l’ennesima archiviazione. Anche il Pm di Genova, curiosamente con gli stessi termini del collega di Livorno, ha escluso reati nella realizzazione dei parcheggi abusivi nel parco nazionale, ma diversamente dal Pm di Livorno il 4 giugno 2013 l’esposto se lo è archiviato da sé, senza sottoporlo al Gip né avvertirmi, con buona pace dell’art. 408 C.p.p. Gli avvocati dicono che in Cassazione la vittoria sarà certa perché la norma serve proprio a evitare che in Italia un Pm archivi arbitrariamente senza controlli e dunque segnalo il fatto al competenteMinistro Cancellieri. Perché al Pm di Genova in questione è stato anche assegnato il mio precedente esposto del 2011, che in 930 pagine di documenti svela modalità e protagonisti di quel «sistema» denunciato dall’On. Napoli e dei magistrati livornesi che se ne sono occupati».

E se dietro tutto ciò ci fosse veramente la massoneria?

di Redazione


La lettera di Martinenghi al Presidente della Repubblica

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