Denis Verdini, dopo la condanna a quasi 7 anni di reclusione, è rinchiuso nel carcere di Rebibbia. A poche ore dal giudizio della Cassazione per il crac del Credito Cooperativo Fiorentino, i suoi difensori lavorano al prossimo processo.
La Cassazione dà quasi 7 anni a Denis Verdini: l’ex parlamentare andrà in carcere
Il 20 novembre, in Corte d’appello a Firenze, è attesa la sentenza per la bancarotta della Società Toscana di Edizioni (Ste). In primo grado era costata a Verdini una condanna a cinque anni e mezzo di reclusione.
Le accuse per l’ex senatore erano pesanti. Sarebbe stato lui il dominus della Società Toscana di Edizioni e del gruppo editoriale che le ruotava attorno. In accordo con l’ex deputato, Massimo Parisi, avrebbe incassato, nel 2005, la somma di 1,3 milioni proprio dalla Ste. L’operazione sarebbe avvenuta con una cessione di quote di un’altra società, la Nuova Toscana Editrice. Operazione, per l’accusa, “priva di valide ragioni economiche” per due motivi: sia perché la Ste in quel periodo era in gravi difficoltà, sia perché la Nuova Toscana Editrice aveva un capitale sociale di soli 62 mila euro ed era in perdita. Verdini e Parisi detenevano solo il 20% ciascuno del capitale.
Dunque, le quote sarebbero state pagate dalla Ste a peso d’oro.
“Io a questo giornale ho solo dato, ho versato soldi, dall’inizio alla fine per tenerlo in vita” raccontò in aula nell’aprile del 2018 Verdini. “Dispiace che alla fine sia arrivato comunque al fallimento nonostante lo sforzo”. All’orizzonte per l’ex coordinatore di Forza Italia c’è inoltre un possibile rinvio a giudizio nell’inchiesta sul caso Consip. Un mese fa ha ricevuto un avviso di conclusione delle indagini preliminari per turbativa d’asta e concussione. Le accuse, in questo caso, riguardano i rapporti con l’impresa francese Cofely, per la quale si sarebbe speso in modo insistente.
La richiesta per i domiciliari
Mancano poco più di sei mesi al settantesimo compleanno di Verdini. Il prossimo 8 maggio, infatti, i suoi legali potranno chiedere la detenzione domiciliare. Un epilogo non scontato però. Dopo aver fatto il tampone è rimasto in isolamento sanitario, come previsto dal protocollo anti Covid: solo tra una settimana potrà avere contatti con gli altri detenuti.