Fondazione Open, Renzi a testa bassa contro i pm: "È intimidazione"
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Dopo l’inchiesta sulla fondazione Open, Matteo Renzi continua ad attaccare a testa bassa i pm che hanno fatto scattare le perquisizioni in tutt’Italia.

“Io non credo al sabotaggio per bloccare Italia Viva: però…”. Così il leader di Italia Viva ai microfoni di Circo Massimo su Radio Capital. E, dopo le rivelazioni de L’Espresso, parla della vicenda del prestito di un amico, l’imprenditore Riccardo Maestrelli, poi nominato in Cassa depositi e prestiti, che gli ha consentito di acquistare la villa dove vive. “Alle aziende – ripete sul caso Open – dico non finanziate Italia Viva se non volete passare guai. Chi finanzia Renzi è uno che rischia la perquisizione”.

Le carte che escono dai tribunali. Per caso.

“Guarda caso – aggiunge ancora Renzi – dopo che ho criticato la magistratura esce da qualche ufficio giudiziario una cosa di un anno e mezzo fa sulla mia casa”. Però ribadisce che sulla fondazione Open: “Io non ho niente da nascondere e non ho mai parlato di complotto, ma di coincidenze, questo sì”.

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Invasione di campo

Senza ombra di dubbio per l’ex premier l’inchiesta fiorentina su Open rappresenta un’invasione di campo della magistratura nel terreno della politica. “Nel momento in cui si equipara una fondazione a un partito politico, la vicenda diventa pericolosa”. E su Facebook, poi, Renzi insiste: “Ho criticato l’invasione di campo di due magistrati nella sfera politica e la risposta è la diffusione di miei documenti privati personali. Brivido! – dice – . Tuttavia non ho segreti. La mia casa, le mie auto, la mia Vespa: tutto è perfettamente regolare. Quando ho avuto un prestito, fatto con una scrittura privata, l’ho onorato restituendolo in cinque mesi. Guadagno molto bene, non ho niente da nascondere. Ma non vi sembra curioso che uno possa ricevere ‘avvertimenti’ di questo genere?”.

Trasparenza assoluta

L’ex premier rivendica trasparenza assoluta anche sui conti della Fondazione Open, ribadisce che la si è voluta trasformare in un partito e che questo è un attacco alla democrazia. E sul prestito ottenuto dalla famiglia Maestrelli puntualizza: “Non ho fatto niente di illegittimo, ho fatto una scrittura privata, è tutto regolare. Stiamo parlando di un carissimo amico a cui ho chiesto un favore per una somma che non era nella mia disponibilità in quel momento”.

Sul fatto che l’amico Maestrelli sia in seguito approdato a Cassa depositi e prestiti però non risponde.

L’attacco ai media

L’ex segretario del Pd attacca anche i media: “E anche oggi tante paginate su di noi, tra fango e pizzini. Ma noi sorridiamo e non molliamo di un centimetro”, scrive Renzi. “Sulle vicende di Open – aggiunge – ripeto i tre concetti. Sulle indagini dei magistrati, noi aspettiamo i processi. Perché siamo garantisti. Dispiace che si facciano perquisizioni all’alba a chi non c’entra niente, nemmeno indagato. Ma si vada a processo e vedremo come finirà”.

Denunce penali e civili

“Nessun attacco da parte mia ai magistrati. Io credo nella magistratura e nella giustizia italiana al punto che oggi proprio a Firenze presento due denunce penali e due denunce civili: contro chi ha violato il segreto bancario e contro chi oggi ha scritto delle cose incredibili sul mio conto. Continuo a presentare querele – ha concluso Renzi – . Ho fatto il conto che secondo me il mio meraviglioso mutuo da un milione di euro per la casa me lo pago per il 70% con le azioni civili..”.

Grazie a chi ha donato fondi

Intanto – conclude Renzi – dico grazie ai 1.500 italiani che ieri ci hanno mandato oltre 30 mila euro in piccoli contributi per sostenere dal basso Italia viva ora che non abbiamo più finanziamento né pubblico né privato. Una reazione inattesa e bellissima!”.

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Di admin

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