I verbali della task-force escono dal ministero: si saprà cosa accadde a gennaio 2020
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Sono trascorsi sei mesi e alla fine il ministero della Salute ha spedito a chi di dovere i verbali della task force che un anno fa decise le sorti della guerra italiana al virus.

Il dicastero guidato da Roberto Speranza ha provato fino all’ultimo ad opporsi alla decisione dei giudici del Tar avanzando una “istanza di chiarimenti”. Ma ora i verbali della task-force sono pubblici. Finalmente.

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La vicenda

La prima riunione della task force risale al 22 gennaio del 2020, e da quel giorno gli esperti si riuniscono ogni giorno alla presenza del ministro. Si elaborano proposte. Il 27 gennaio ascoltano Ranieri Guerra, l’inviato Oms finito al centro del dossier Oms. Ed è lì che decidono cosa fare, e cosa non fare, del piano pandemico italiano. Ad oggi ancora si sa se venne subito attivato oppure no. Ma soprattutto non si capisce di chi fu l’idea di mettersi a scrivere un “piano” alternativo dedicato al Covid. Per trovare una risposta a queste domande sarebbe bastato leggere i verbali delle riunioni, che però erano tenuti secretati.

Il tentativo di ottenere copia dei verbali

Ad ottenerne una copia ci aveva provato lo scorso dicembre Galeazzo Bignami, aprendo così il secondo capitolo di una vicenda piuttosto intricata. Sotto Natale il deputato FdI presenta un accesso civico agli atti, ma viene respinto. Decide allora di fare ricorso al Tar del Lazio, e l’avvocatura dello Stato si oppone, giocando sui cavilli. Ma alla fine perde. A inizio maggio la sezione III quater del Tar, infatti, condanna il ministero della Salute alla “ostensione dei resoconti, verbali o documenti” in possesso del ministero entro un termine di 30 giorni. L’ultimatum era scaduto ieri, e infatti il ministero ha ottemperato all’obbligo.

L’affronto del ministero

Il ministero sosteneva che gli scritti siano solo dei “brogliacci” e dunque non abbiano i crismi burocratici di “verbali in senso tecnico e formale”. Durante le riunioni, insomma, non ci sarebbe stato un funzionario pubblico incaricato di redigere i documenti, i partecipanti non sarebbero stati consapevoli della realizzazione dei verbali e non li avrebbero “letti, approvati e sottoscritti”.

Come di solito si fa in occasioni ufficiali. Anziché spiegare per quale motivo una task force così importante si sia riunita “in via informale” e senza rendere conto al Paese delle sue attività, il dicastero lo scorso 19 maggio ha provato a giocare la carta della “privacy”. “Quei brogliacci – si leggeva nella richiesta di chiarimenti – saranno destinati ad essere resi pubblici” e quindi “i soggetti (liberamente) intervenuti agli incontri potrebbero dover essere chiamati a rispondere all’opinione pubblica di posizioni e valutazioni non espresse o comunque malamente interpretate, con il rischio di evidenti e gravi danni all’immagine, e rischierebbero l’esposizione a possibili iniziative anche processuali di soggetti che si pretendano lesi”.

L’entrata a gamba tesa dell’avvocatura

Per l’avvocatura si presentavano due questioni stringenti. Primo: chi ha redatto i verbali non era stato delegato a farlo, quanto scritto all’interno sarebbe il frutto della sua “percezione” e dunque non sarebbe possibile certificare la correttezza delle “presunte affermazioni” attribuite ai vari partecipanti alle riunioni. Secondo: anche qualora avesse riportato ogni singola virgola, gli esperti “erano consapevoli di partecipare ad incontri informali” ed erano convinti che “dei loro interventi non sarebbe stato redatto alcun verbale”.

Il ministero ha cercato di usare il cavillo di “privacy” per tentare di boicottare l’ostensione dei documenti.

L’avvocatura, infatti, prima di fornire i brogliacci avrebbe voluto “omettere i nominativi degli intervenienti e ogni altro elemento che ne consenta l’identificazione”. Oppure, in alternativa, avrebbe voluto chiedere loro l’assenso esplicito alla pubblicazione “delle parti che li riguardano”, cancellandole nel caso in cui avessero negato l’autorizzazione. Per fortuna ieri i verbali sono usciti dalle segrete stanze di Viale Lungotevere Ripa 1 con i soli numeri di telefono e le mail oscurate.

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