Nuove intercettazioni su Palamara, il Csm apre una pratica sui magistrati. Il Pm sott'inchiesta ascoltato mentre parla del collega di Perugia Miliani
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Il Csm apre la pratica sui magistrati citati nell’articolo della Verità, chiesta dai componenti laici della Lega. Ad occuparsene sarà la Prima Commissione, a cui il Comitato di presidenza ha inviato gli atti. L’inchiesta Palamara va avanti.

La Task force

La Procura generale della Cassazione scrive che “dalla Procura di Perugia sono giunti ulteriori atti dell’inchiesta sul pm romano Luca Palamara, la cui valutazione è indispensabile ai fini delle considerazioni conclusive sulle azioni disciplinari esercitate e sulle eventuali nuove azioni da assumere”. Lo scrive la procura generale della Cassazione in una nota che lascia presagire l’arrivo di nuove atti d’incolpazione nei confronti dei magistrati registrati con Palamara. Tra questi anche Cosimo Ferri, toga prestata alla politica (è senatore del partito di Matteo Renzi) che – dice sempre la Suprema corte – si è appena visto rigettare dalla Consulta il ricorso per essere stato intercettato indirettamente dal trojan installato sul telefonino di Palamara. 

La chiusura dell’indagine

Dopo la chiusura dell’indagine la procura umbra ha inviato tutti gli atti in Cassazione, visto che la procura generale è titolare dell’azione disciplinare sui magistrati. Molte le carte arrivate tanto che il pg della Suprema corte, Giovanni Salvi, ha dovuto costituire una apposita task force di sostituti incaricata di passare al setaccio tutte le chat, le conversazioni, gli sms conservati nel cellulare di Palamara, ex presidente dell’Anm e ‘kingmaker‘ del risiko delle nomine che un anno fa ha travolto il Csm.

“Il 22 aprile 2020 sono pervenuti dalla Procura di Perugia ulteriori atti”, che si stanno valutando anche in vista di “nuove azioni da assumere”, spiega la nota diffusa dal Palazzaccio. Sono diverse decine di migliaia gli sms e le chat, in larga parte di contenuto estraneo al procedimento processuale, che sono da analizzare. Per andare avanti rapidamente “è stato costituito un apposito gruppo” di ‘ermellini, e il Pg Salvi – titolare dell’azione disciplinare, come il Guardasigilli – assumerà le sue determinazioni conclusive non appena sarà completato questo lavoro, e ciò in tempi molto stretti”.

Intanto, arrivano nuove intercettazioni su Luca Palamara

“E pure per la ragazza c’è un procedimento disciplinare se mi iscrive dopo sei mesi senza motivo… “. Luca Palamara protestava con l’amico Luigi Spina, membro dimissionario del Csm. Al centro della polemica l’indagine di Perugia. Nel mirino di Palamara era finita anche la ’ragazza’ o, piuttosto, la collega pm Gemma Miliani, titolare del fascicolo avviato contro l’ex presidente dell’Anm, e già consigliere a Palazzo dei Marescialli. Palamara riteneva essere stato un ritardo nell’iscrizione, dopo la trasmissione degli atti dalla procura di Roma. Così, nel cuore della notte del 16 maggio 2019 si sfoga con l’amico e ipotizza una reazione. La conversazione viene registrata dal trojan sul telefono.

Palamara: M’ha detto una caxxata Alberto…

Spina: Non lo so, non ce l’hanno mandata… può essere pure che qualcuno che se ne sta per andare in pensione (l’ex procuratore Luigi De Ficchy, ndr) te la vuole far pagare ed intanto ti manda questa cosa… eh… e poi la richiesta di archiviazione

Palamara: Sì… però almeno questo glielo può chiedere Riccardo, mò invece 

Nell’indagine è finito indagato per rivelazione Riccardo Fuzio

L’ex Pg della Corte di Cassazione che ha potere di intraprendere l’azione disciplinare nei confronti dei magistrati. Nella stessa conversazione con Spina, ipotizzando un disciplinare per la ’ragazza’ Palamara aggiunge.

Palamara: La sentenza Giovannini l’ho fatta io.

Valter Giovannini, ex Aggiunto a Bologna, censurato con una sentenza a firma di Palamara, ha chiesto a Perugia se negli atti spunti il suo nome.

Spina: Certo… certo

Palamara: eh… eh… eh…

Ma il problema resta l’indagine.

Palamara: Non hai capito che è una cosa fatta a tavoli… tu sei un pezzo di mxxxa questo è bene che si sappia Gigi…l’uomo più esposto della corrente della magistratura in quel momento e mi chiedi della Duchini  e Riccardo ti chiama dice …’no no Luca non lo fate astenè perché non c’è niente su Luca’.

Il Csm doveva decidere sul trasferimento del magistrato umbro. Nella rubrica Whatsapp di Palamara ci sono pure le chat con De Ficchy definito da Palamara ’telecomandato’.De Ficchy ha spiegato all’Adnkronos: “Io che rapporti avevo con Centofanti? Era amico di Palamara, mica era amico mio. Lo conoscevo solo perché sono andato a due convegni che ha organizzato. Ma certo non ho mai fatto pressioni per lui. Anzi era lui che era interessato a Centofanti. Tra l’altro, Centofanti è indagato a Perugia con Palamara, quindi…”.  

Ma oggi sull’inchiesta di Perugia riesplode la polemica. Mentre all’interno dell’Anm le varie correnti prendono posizione.

“Lo spazio temporale intercorso dopo la sospensione della seduta del Cdc dell’ANM di sabato 23 maggio non ha condotto a una soluzione alternativa per formare una nuova coalizione di Giunta, prima delle elezioni. Le ragioni che avevano indotto Area a ritenere venute meno le condizioni politiche per il proprio contributo nell’esperienza avviata un anno fa non sono superate. Non trovandosi una soluzione per una nuova Giunta, sarà quella uscente guidata da Luca Poniz a continuare il suo mandato sino all’indizione di nuove elezioni”. Così in una nota il gruppo di Area nel Comitato direttivo centrale di Anm. “L’attende un’attività di grande responsabilità: l’esame delle conclusioni dei probiviri sui fatti di maggio 2019, la richiesta alla Procura di Perugia degli atti di quell’indagine e i tavoli aperti presso il ministero della Giustizia. L’ANM e AreaDG non mancheranno di proseguire e completare il lavoro. Il gruppo di AreaDG è pronto a collaborare per realizzare queste finalità con gli altri gruppi che fanno parte della Gec. Il Cdc assumerà un ruolo ancora più centrale e ognuno potrà interloquire su proposte ed iniziative”.

I componenti del Comitato direttivo centrale (Cdc) dell’Anm di Magistratura Indipendente annunciano di voler lasciare lo stesso Cdc “debole, scarsamente autorevole, in una parola delegittimato”, che “persevera nella autoassoluzione e nella autoconservazione”

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