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Sono venti gli anni di mafia che si sono combattute con vere e proprie lotte sociali. Oggi c’è bisogno, ancora piu’ di prima, di comunicazione e studio per combattere, con rinnovata aggressività, le organizzazioni mafiose. Don Ciotti ha illustrato i nuovi problemi da risolvere per annientare il ‘cancro’ italiano. Lo ha fatto presso l’Accademia dei Lincei nel corso della conferenza organizzata per il ciclo “L’Accademia incontra…” in via della Lungara a Roma.

I principali obiettivi attuali che Don Ciotti pone figurano: “l’impegno per un potenziamento della normativa sulla confisca dei beni (troppi non utilizzati o sottoutilizzati); la denuncia della trasformazione imprenditoriale delle mafie (ingrassate dalla crisi economica) e della più generale compatibilità tra dinamiche criminali e dinamiche del capitale finanziario; l’impegno per una legge sulla corruzione davvero incisiva, a cominciare dalla riforma del reato di voto di scambio politico-mafioso, per seguire con l’istituzione di quello di autoriciclaggio e il ripristino del falso in bilancio”. Alla base della lotta alle mafie Don Ciotti ricorda che ci sono “le sfide culturali, per legare sempre più l’idea di lotta alla mafia a un più generale impegno per i diritti, per il lavoro e la giustizia sociale”, sottolineando “la stretta correlazione fra aumento delle disuguaglianze e aumento del potere mafioso” e “la necessità di una riforma che sia innanzitutto etica, riforma delle coscienze”.

Nella conferenza Don Ciotti ha ripercorso gli eventi degli ultimi decenni, da Capaci a via D’Amelio, ai primi passi di Libera, fino alle prime cooperative sui beni confiscati e ai fondamentali progetti nelle scuole per l’educazione dei giovani alla responsabilità, che è premessa e condizione di legalità per la tutta società. 

ZdO

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