La Camera dei Deputati ha respinto la richiesta dei magistrati di Firenze riguardo ai sequestri nell’indagine sulla fondazione Open.
Fondazione Open: perquisizioni in tutta Italia
Indagine Open. Con un netto margine di 218 voti a favore e 29 contrari, l’Aula ha accolto la proposta della Giunta per le autorizzazioni di negare l’utilizzo processuale delle mail e delle chat Whatsapp dei deputati renziani Francesco Bonifazi e Maria Elena Boschi, insieme a Luca Lotti. Quest’ultimo al tempo dei fatti ricopriva il ruolo di onorevole. Le comunicazioni erano emerse nel 2019 durante le indagini condotte dai pubblici ministeri sui dispositivi di due finanziatori di Open, Vincenzo Manes e Marco Carrai, e durante una perquisizione nello studio legale del presidente della fondazione, l’avvocato Alberto Bianchi.
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Oltre a quelle dei deputati, erano state sequestrate anche alcune conversazioni del senatore Matteo Renzi, che nel 2022 ha presentato un conflitto di attribuzione presso la Corte costituzionale contro la Procura di Firenze. Renzi e i suoi legali sostengono che le mail e le chat Whatsapp rientrino nella categoria della corrispondenza. Tesi che è stata accolta dalla Consulta lo scorso luglio. Di conseguenza, la gup Farini ha dovuto chiedere al Senato l’autorizzazione “postuma” per utilizzare i messaggi già sequestrati nei confronti di Renzi. E, contemporaneamente, alla Camera per Lotti, Boschi e Bonifazi. La Giunta del Senato ha già respinto la richiesta, e l’Aula della Camera ha confermato questa decisione, approvando la relazione redatta da Enrico Costa (Azione), che ha evidenziato “chiari indizi di fumus persecutionis” nei confronti dei deputati coinvolti. La relazione è stata approvata con voti favorevoli da tutto l’emiciclo, ad eccezione del Movimento 5 Stelle.