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Marco Mancini in audizione al Copasir: “Conte, Di Maio e Vecchione sapevano dell’incontro con Renzi”

Marco Mancini in audizione al Copasir: "Conte, Di Maio e Vecchione sapevano dell'incontro con Renzi"

L'ex spia in pensione, Marco Mancini, al Copasir ha rivelato che gli incontri con i politici erano autorizzati. E lo sapevano tutti.

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Marco Mancini è in pensione da pochi giorni ma continua a far parlare di sé. La spia italiana al centro dei fatti italiani più delicati degli ultimi 30 anni apre una partita che potrebbe avere ripercussioni, importanti, dal punto di vista politico.

Marco Mancini racconta del suo rapporto con l’allora premier Giuseppe Conte e soprattutto con l’ex direttore generale del Dis, Gennaro Vecchione, fedelissimo dell’ex presidente del Consiglio. E lo fa davanti al Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza, al termine di un’audizione improvvisa e assai contestata dal Partito democratico ma fortemente voluta dal nuovo presidente del Comitato, il senatore di Fratelli d’Italia Alfonso Urso.

Mancini è stato chiamato per dare spiegazioni sul suo incontro in autogrill, avvenuto alla vigilia dello scorso Natale, con Matteo Renzi. Incontro registrato – grazie al cellulare di una passante che aveva riconosciuto il leader di Italia viva, questa la ricostruzione che fin qui è stata fatta – e poi mandato in onda su Rai3 dalla trasmissione Report.

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Dopo la pubblicazione del video, e le imbarazzanti spiegazioni su quanto era accaduto, il governo Draghi aveva deciso la sostituzione di Vecchione con Elisabetta Belloni, attuale numero uno del Dis. Mentre a Mancini era stato proposto di rientrare nei Carabinieri, dove si era arruolato alla fine degli anni ’70, e di fatto spinto verso il prepensionamento.

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L’ex 007 ha raccontato che dietro l’appuntamento con Renzi non c’è stata, dal suo punto di vista, alcuna anomalia. Nel corso dell’audizione segreta avrebbe spiegato che del faccia a faccia era stato informato Vecchione. E che non era stato certo il primo: gli capitava spesso di vedere parlamentari, seppur tenuto all’obbligo di riservatezza che tutti i dirigenti del Servizio devono rispettare in questi casi. Tali incontri erano stati autorizzati per iscritto dal suo ex capo. E, d’altronde, non erano vietati.

Mancini avrebbe rivelato che degli incontri era al corrente anche il premier, col quale intratteneva rapporti assolutamente cordiali.

Al punto che in più occasioni – ha aggiunto l’ex dirigente dell’Intelligence – gli era stata promessa la vicedirezione del Dis: oltre che da Conte, anche da Vecchione e dal ministro degli Esteri Di Maio. E sull’incontro con Renzi ha ribadito che si era trattato di un semplice scambio di auguri. Durante il quale gli avrebbe davvero consegnato gli ormai famosi “Babbi”, i wafer di cioccolato. Arrivando persino a esibire la ricevuta della carta di credito con cui li ha acquistati.

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